Brigata Ebraica |
Nell’inverno del 1944, dopo moltissime esitazioni, Churchill autorizzò la formazione di una brigata di 5.000 ebrei da inviare in Europa per combattere contro i nazi-fascisti: il Jewish Infantry Brigade Group. La brigata combatté sotto la propria bandiera (bianca ed azzurra con la stella di David al centro), quella stessa insegna che nel maggio 1948 diventerà la bandiera dello Stato di Israele. La Brigata Ebraica consisteva in un battaglione di fanteria corazzata (in seguito tre battaglioni con artiglieria pesante) composto di soli volontari: circa il 20% provenienti dalla Palestina, gli altri dal resto del mondo, e in particolare dalle grandi comunità ebraiche polacche e russe. Dopo un breve periodo di addestramento in Egitto, nel novembre 1944 l’unità fu trasferita nell’Italia del sud e risalì la penisola lungo il versante adriatico, inquadrata nell'VIII Armata britannica. La Brigata Ebraica, al comando del generale canadese Enrnest F. Benjamin, combattè in Emilia Romagna, lungo la zona d’operazione corrispondente allo sfondamento della Linea Gotica nella valle del Senio, nei pressi di Imola: in quella battaglia, una delle più sanguinose di tutta la campagna d’Italia, la Brigata Ebraica condusse uno dei pochi assalti frontali, a baionetta sguainata, di tutto il fronte italiano. La Brigata Ebraica partecipò alla liberazione delle principali città romagnole e nel maggio del 1945 ricevette l’ordine di trasferirsi a Tarvisio, punto strategico di transito degli ebrei europei sopravissuti alla barbarie nazi-fascista. Contemporaneamente, i membri più attivi della brigata furono inviati in tutte le nazioni europee per aiutare le popolazioni ebraiche a ritornare a vivere, e in modo particolare furono impegnati nell’opera di assistenza agli orfani e più in generale a chiunque scegliesse di andare a vivere in Israele. Molti uomini della brigata, che disponevano anche di una larga rete di rapporti con gli ebrei in Palestina, ebbero un ruolo importante nell'emigrazione clandestina degli ebrei in Palestina, sia per trasportare nei territori palestinesi profughi dai campi di sterminio, sia per appoggio a chi voleva emigrare nel vecchio Mandato inglese. La Brigata Ebraica fu il primo nucleo di Tzaha’l (Tzava Haganah l’Yisrael, Esercito di Difesa d’Israele) che si sostituì all'Haganah ("Difesa", l'esercito clandestino). Un'altra importante formazione combattente ebraica fu il Palmach, costituitosi in Palestina per agire in piccoli gruppi, sia in attività di intelligence che di guerriglia: operazioni segrete in Siria e Libano e infiltrazione nei territori controllati dalla Francia di Vichy. Il Palmach (il cui primo comandante fu un ex ufficiale dell'Armata Rossa) contava tra le sue fila più di mille tra uomini e donne, tutti altamente specializzati, e comprendeva una "compagnia navale", esperta in operazioni anfibie, sabotaggi di aree portuali e trasporti marittimi, ed un "plotone aereo", operante su piccoli velivoli civili con compiti di rifornimento, collegamento e ricognizione. Membri del Palmach di origine tedesca ed austriaca furono reclutati da una speciale unità inglese chiamata, con nome di copertura, "Special Interrogation Group" e, oltre ad infiltrarsi fra i prigionieri tedeschi per ottenere informazioni, cooperarono, travestiti da soldati germanici, con il SAS (Special Air Service, la forza d'intervento speciale inglese) ed il LRDG (Long Range Desert Group, un'unità motorizzata di commandos) alle operazioni di sabotaggio nelle retrovie italo-tedesche. Altri membri, ancora, si offrirono volontari per essere lanciati nei territori europei occupati dai nazisti, per istigare e dirigere la resistenza ebraica, e, subito dopo la fine della guerra, per rintracciare e giustiziare gerarchi nazisti in fuga. Ne 1945, finito il periodo di collaborazione con il Regno Unito, il mutato scenario internazionale portò il Palmach ad affrontare sul campo sia gli Arabi palestinesi che i britannici. La storia eroica ed avventurosa dei combattenti della Brigata Ebraica si può leggere in H. Blum, La Brigata, il Saggiatore, 2002. Per un sommario quadro storico v. qui. . |