Sì, c'è una distanza infinita tra queste due bandiere, ma una sottile linea di vergogna le collega: il silenzio sulle responsabilità del Vaticano nella fuga di molti criminali nazisti.
Nel maggio del 1944 il papa Pio XII incontrò il comandante delle SS in Italia, Karl Wolff, e insieme concordarono l'operazione «Rat Line» che permetterà, appunto, a numerosi gerarchi nazisti di sfuggire alla giustizia.

Lord Bertrand Russell e soprattutto Simon Wiesenthal (nel suo ormai introvabile Gli assassini sono tra noi) furono probabilmente i primi a denunciare la connivenza di taluni esponenti delle gerarchie ecclesiastiche con le organizzazioni naziste che cercavano in tutti i modi di mettere in salvo i propri aderenti.
Ma se si fa una ricerca sul web, o in una qualsiasi biblioteca, le informazioni che si troveranno su queste vicende sono scarsissime.

È notorio il viscerale anticomunismo di Pio XII, e il fatto che non abbia scomunicato Hitler (ma i comunisti sì, e non risulta che tale decisione sia mai stata revocata) la dice lunga.

Sarebbe fin troppo facile il gioco di parole Rat(zinger) Line, vero? E magari qualcuno si scandalizzerebbe, ma la domanda, molto semplice, rimane: il Vaticano aiutò oppure no un tot di criminali nazisti a fuggire?

E torniamo al fatto che su questi avvenimenti sia calato un impressionante silenzio, mentre, assai giustamente, sono stati valorizzati i tanti sacerdoti che parteciparono attivamente alla Resistenza o che, in Italia e altrove, si adoperarono per aiutare coloro i quali erano perseguitati dai nazifascisti.
Non siamo in grado, sfortunatamente, di offrire risposte certe, e riportiamo solo alcuni documenti che possono essere utili per saperne di più.


Pavelic e il Vaticano L'elenco della vergogna
Vatican Bank's role in World War II crimes Barbie
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Draganovic Priebke