COMANDO  DIVISIONE  GARIBALDI - CARNIA

Diario storico



Aprile - Settembre 1944


2 aprile ‘44 – AMPEZZO

Ufficiali della S.S. procedono all’arresto in seguito a denunzia di un noto e attivo antifascista sotto l’imputazione di propaganda e organizzazione di reparti partigiani e lo affidano alla Stazione dei RR. CC. Del luogo per tradurlo a Tolmezzo l’indomani. Il distaccamento del Btg. Garibaldi - Friuli cattura il maresciallo comandante il presidio e lo costringe ad ordinare ai suoi uomini la resa. Si fa un abbondante bottino di armi e munizioni.


3 aprile ‘44 – PREONE

Puntata tedesca in valle di Preone nella quale sono stati segnalati nuclei partigiani. L’azione si risolve con l’incendio di alcuni stavoli.


4 aprile ‘44 – LA MAINA DI SAURIS

Distaccamento del Btg. Garibaldi - Friuli, accantonato a Lateis del Comune di Sauris, ha notizia dell’arrivo di una macchina tedesca. Si decide di effettuare l’attacco, ma la macchina riesce per immeritata fortuna a sfuggire. Un ufficiale tedesco ferito. Questi, accompagnato da civili, riesce a raggiungere la Val Pesarina abbandonando la macchina che viene incendiata.


5 aprile ‘44 – LATEIS DI SAURIS

Puntata tedesca in forza di 200 uomini con autocarri, mitragliere e cannoncini onde sorprendere il reparto garibaldino in quella zona. I partigiani ripiegano senza alcuna perdita per quanto inseguiti nella valle della Novarza.


14 aprile ‘44 – CIMA CORSO – AMPEZZO

Elementi di collegamento di un reparto autonomo della Val Pesarina sono fatti segno a sorpresa di rastrellamento da parte di una colonna nemica. Erano i compagni Nembo, Ceci e Leone, che riescono a mettersi in salvo.

15 aprile ‘44 – PRIUSO – SOCCHIEVE

Tre garibaldini disarmano in un’osteria una ronda repubblicana.


19 aprile ‘44 – MONTE JOF – AMPEZZO

Viene disarmato di sorpresa il posto di avvistamento della milizia: notevole il bottino di armi, munizioni ed equipaggiamento.


Prosegue sistematicamente in questo periodo il disarmo dei RR. CC. e repubblicani isolati che si recano in licenza. Le corriere vengono fermate e controllate dai partigiani e si pone il blocco sul bestiame proibendone l’invio all’ammasso. I generi caseari ammassati nelle latterie vengono distribuiti alla popolazione.


L’armamento dei reparti inizialmente è costituito da carabine, una pistola-machine con un centinaio di colpi ed un mitra con circa 150 colpi. Si impone un problema: conquistarsi le armi, armarsi a spese del nemico. L’attaccamento dei partigiani all’arma ed il desiderio di possederne una migliore costituì un carattere peculiare delle Formazioni.


20 aprile ‘44

Giunge in zona il Comando del Btg. Friuli da cui dipendono i tre distaccamenti.


1 maggio ‘44 – VAL PESARINA

Si organizzano pubbliche manifestazioni precedute dallo sciopero nella Val Degano: pubblici cortei percorrono la valle al canto di inni rivoluzionari.


3 maggio ‘44 – TIMAU

Si procede al disarmo del presidio di Finanza. Notevole bottino di munizioni, armi individuali ed equipaggiamento.


PALUZZA

Si tenta di prendere di sorpresa il presidio di Paluzza dei RR. CC. Dopo vari tentativi si è costretti a rimandare l’azione, data l’ora avanzata e la possibilità di arrivo di colonne tedesche.


7 maggio ‘44 – PALUZZA

Disarmo del locale presidio del RR. CC. Abbondante bottino di armi automatiche e di armi individuali, munizioni, viveri ed equipaggiamento. Anche il personale della caserma viene prelevato dopo aver incendiato tutti gli incartamenti. Ciò avviene nella notte tra il 7 e l’8.


VAL BUT – VAL DEGANO

Nella mattinata dello stesso giorno una colonna nemica in forza, dalla Val But e dalla Val Degano, tenta di bloccare la via alla macchina dei partigiani. Troppo tardi, i partigiani erano al sicuro con il loro bottino.


8 maggio ‘44 – VAL PESARINA

Una autocolonna tedesca distrugge alcuni stavoli a colpi di cannone e incendia un caseggiato. Un civile rimane ucciso.


10 maggio ‘44 – AMPEZZO

Un gruppo di otto uomini piomba di sorpresa sulla caserma dei CC. RR., il cui presidio era stato rinforzato, e prima che si riabbiano dalla sorpresa, i 28 carabinieri vengono disarmati. Bottino: 5 mitra, 32 carabine, 50 bombe a mano, munizioni ed equipaggiamento.


15 maggio ‘44 – CHIALINA DI OVARO

Si procede al disarmo dei carabinieri e alla spogliazione della caserma, ricavando discreto bottino di armi individuali, munizioni ed equipaggiamento.



FORNI DI SOPRA

Disarmo stazione carabinieri. Bottino: 2 mitra, molte carabine, materiali e munizionamento vario.


18 maggio ‘44 – FORNI DI SOTTO

Si tenta di prendere il presidio della Finanza di sorpresa. Di fronte alla resistenza incontrata il reparto attaccante preferisce rimandare l’azione.


20 maggio ‘44 – FORNI DI SOPRA

Espugnazione del presidio di Finanza facendo saltare il portone d’ingresso con una carca di esplosivo: il presidio cade dopo breve scambio di fucilate, per la sorpresa determinata dall’irruenza dell’attacco. Bottino: 2 mitra, 30 carabine, munizioni ed equipaggiamento.


LOCALITÀ CUVIIS – AMPEZZO

Sparatoria contro un gruppo armato di scorta ad armenti avviati all’ammasso: i tedeschi devono accorrere in forza da Tolmezzo per poterle avere.


21 maggio ‘44 – PIANO ARTA

Prelevamento di tutte le armi; 40 moschetti, varie pistole e munizionamento alla caserma della g.i.l.


22 maggio ‘44 – PIANO ARTA

Scontro di sorpresa con reparto repubblicano: 50 uomini dotati di numerose armi automatiche; si riesce a sganciarsi, poi a contrattaccare, ma senza alcun risultato.


24 maggio ‘44 – RIVO DI PALUZZA: LA SEGA

Giunge notizia ad un nostro esiguo distaccamento che un camion con a bordo dei tedeschi si è recato a Paluzza. Si fa l’appostamento e si prelevano la macchina e la scorta. Bottino: una pistola-machine, 2 mauser, 3 pistole; il camion prende la via del monte. I civili, lavoratori della Todt, vengono rilasciati.
Prigionieri: un maresciallo e 3 sergenti della Luftwaffe.


Da questo giorno incominciano le puntate nemiche nella Val But con obbiettivo ultimo e principale Paluzza. Il prelevamento successivo di ostaggi e le ripetute minacce di feroci rappresaglie riducono questa popolazione nello stato più miserevole di ogni altro paese della Carnia. Più volte i tedeschi minacciano di bruciare il paese; la popolazione incomincia ad abbandonare le case portando seco quanto più può e si rifugia nei paesi vicini.


24 maggio ‘44 – LOCALITÀ RIO VERDE – FORNI DI SOTTO

Attacco ad una colonna repubblicana della forza di un centinaio di uomini armati di numerose armi automatiche. L’azione del nostro reparto causa al nemico 2 morti e imprecisato numero di feriti. Nell’azione viene gravemente ferito il compagno Ortis, morto poi a Tolmezzo massacrato dai nazi-fascisti, che sono riusciti a catturarlo mentre il nostro reparto è costretto a ritirarsi dopo breve azione per mancanza di armi collettive e di munizionamento di quelle individuali.


26 maggio ‘44 – PASSO DELLA MORTE – FORNI DI SOTTO

Si ha notizia che una autocolonna da Villa Santina punterà su Forni di Sotto. Si procede alla posa delle mine: all’arrivo dell’autocolonna la macchina di testa salta. Perdite nemiche: un maggiore e 2 capitani tedeschi; imprecisato ma rilevante il numero dei feriti.


FORNI DI SOTTO

Il nemico, accecato dal furore per l’azione subita nella mattinata, con un’autocolonna in forza di 600 uomini, tre carri armati, 4 mitragliere e 6 pezzi da 88 mm piomba improvvisamente su Forni. Alla popolazione viene intimato, entro cinque minuti, l’abbandono delle case. Quindi le stesse vengono date in preda alle fiamme. Sono circa 400 le case distrutte 4 sole di esse si salvano dall’immenso rogo. Muore in questa circostanza il compagno Ceci. I comandi partigiani di tutta la zona carnica e tutte le popolazioni fanno a gara per inviare a Forni quanto più è possibile: viveri e vestiari di prima necessità.

Il fatto di Forni, che rappresenta l’esempio più completo di distruzione totale, mosse a odio contro i tedeschi e i fascisti anche gli ultimi esitanti. Giovani di Forni si arruolarono in massa nelle formazioni partigiane per vendicare le loro case; i giovani della Carnia li seguirono.
All’azione partigiana si unisce dal giugno in poi in massa tutta la popolazione; i tre esigui distaccamenti dell’aprile raggiungono ognuno la forza di 60 uomini. Necessita quindi una più definitiva sistemazione militare: cercare il nemico e batterlo nei suoi punti di passaggio. Nascono così, su disposizioni del comando brigata venuto dalla Valle di S. Francesco, i tre Btg. della Carnia: “Friuli”, “Carnia”, “Carnico”; l’uno gravitante su Tolmezzo - Villa Santina, il secondo operante in tutta la zona estrema delle testate delle valli: Comeglians, Paluzza e Paularo come zone di partenza, con zone di azione il Cadore, verso S. Stefano e Sappada, l’Austria da Paluzza e Paularo, Pontebba e ferrovia da Paularo. Al Btg. Carnico viene affidata quale zona di operazioni quella di Moggio e Amaro. Risulta chiaro il concetto che ha determinato la nuova dislocazione dei reparti: ricerca del nemico per batterlo nei suoi punti più delicati ed estendere a sempre più largo raggio l’azione partigiana onde farne sentire l’influsso su zone sempre più vaste. Dei quattro distaccamenti, quello operante nella zona di Forni e Ampezzo, e composto in maggioranza da compagni di Forni di Sotto, raggiunge la zona di sua destinazione: Claut e Cimolais.
Tutte queste nuove sistemazioni vengono discusse in riunioni cui partecipano al completo i reparti: il 1° giugno in località Spaia, sopra Socchieve; il 5 giugno nei pressi di Muina, l’8 giugno in località Valdie.


8 giugno ‘44 – ESEMON DI SOTTO

Ai compagni della Valle Tagliamento radunati presso il convento (Raveo) viene dato l’allarme alle ore 10: forze repubblicane sono andate ad Ampezzo per requisire le corriere.
Si decide di incorporare il distaccamento di Quinis col quale da circa quindici giorni era stato stabilito pieno accordo. I ragazzi che lo componevano si dimostrarono degni della fiducia in loro riposta; piemontesi e toscani fecero a gara nei mesi seguenti per essere alla pari con i più arditi partigiani.
Una pattuglia marcia su Enemonzo per bruciare le due corriere, ma il fuoco rabbioso del nemico in appostamento con due mitragliatori la batte in pieno: il compagno Bill cade colpito a morte; un compagno ferito, due compagni prigionieri di cui uno riesce a fuggire durante il combattimento che seguirà, l’altro verrà ucciso dai fascisti un’ora dopo ad Enemonzo in piazza. Giungono frattanto rinforzi alla pattuglia e tre compagni riescono a mantenere impegnato per un’ora il nemico, permettendo al grosso di appostarsi sulle colline di Enemonzo, così, quando il nemico tenta di passare verso Tolmezzo, è costretto dal fuoco delle nostre armi ad abbandonare le corriere e dopo un violento combattimento deve lasciare le posizioni e volgere in fuga oltre il fiume, perdendo sette uomini; le corriere vengono date alle fiamme. Le salme dei compagni vengono recuperate.


9 giugno ‘44 – ESEMON DI SOTTO

Per rappresaglia all’azione del giorno precedente il nemico piomba d’improvviso sul paese, brucia sei case, saccheggia le altre e deporta civili.


Il piano d’azione si estende oltremodo: pattuglie in continuazione agiscono su Moggio e Pontebba, nella vallata della Gail, su Sappada e S. Stefano, penetrando nottetempo in Tolmezzo.


La zona carnica da questo periodo è intimamente legata per situazione tattica e dipendenza di comando militare alla zona delle prealpi ove risiede il comando della brigata Friuli, con la quale sono giornalieri i collegamenti. In questo periodo incominciano i collegamenti a ovest con la brigata Garibaldi Calvi Cadore dipendente dalla divisione Nino Nanetti. Si tentano collegamenti a nord con eventuali reparti partigiani austriaci, che però ci vengono segnalati più tardi esistenti in tutt’altra zona e non nella vallata della Gail.


16 giugno ‘44 – FORNI AVOLTRI

Un distaccamento del Btg. Carnico comandato dal compagno Leone sorprende una pattuglia di soldati tedeschi provenienti da Sappada e ne ha la netta superiorità. Perdite nemiche: un morto, 2 feriti, 4 prigionieri.


Citiamo a questo punto il Btg. Carnico dislocato nella zona di Stavoli di Moggio e Moggessa. Comparve in quella zona che mai aveva sentito parlare di partigiani e, nonostante il terrore delle popolazioni e le difficoltà dei rifornimenti, che richiedevano l’impiego di circa metà battaglione per far giungere i viveri da Amaro attraverso il massiccio dell’Amariana, per mesi combatté arditamente con altissimo spirito.

17 giugno ‘44 – MOGGIO

Azione combinata: mentre il grosso del btg. Carnico si porta sulla Pontebbana per interrompere la ferrata Stazione della Carnia – Tarvisio, pattuglie scendono su Moggio col compito di distrarre il nemico in caso di reazione. Sulla ferrata sentinelle nemiche sono in postazione ogni cento metri; il grosso viene respinto, ma una pattuglia riesce a far saltare un pilone ad alta tensione di fronte a Moggio Udinese e uno di fronte a Campiolo. Traffico interrotto per 12 ore; seguono a questa azione, da parte tedesca, aspri rastrellamenti nella zona di Moggessa e Stavoli.


18 giugno ‘44 – PONTEBBA

Una pattuglia del btg. Carnia in perlustrazione nei dintorni di Pontebba, scontratasi con un pattuglione tedesco, causa al nemico sette morti.


19 giugno ‘44 – PONTEBBA

La pattuglia di cui al giorno 18, circondata improvvisamente per l’opra di un delatore in una baita da un reparto delle SS, riesce a sfuggire tra un fuoco infernale trovando il tempo di causare al nemico tre morti.


21 giugno ‘44 – TOLMEZZO

Il compagno Aso, comandante di un distaccamento del btg. Carnia, passa con il reparto in macchina successivamente per i posti di blocco di Caneva e verso Paluzza, sfondando ambedue le sbarre con la corazzatura anteriore della macchina. Nella rapidissima e temeraria azione dimostrativa causa due feriti al nemico fra il generale sbalordimento. Al nemico non resta nient’altro che sparare a vuoto per circa un’ora.


24 giugno ‘44 – PAULARO

Il btg. Carnia è fatto oggetto di un rastrellamento in forze nella vale di Paularo con direttrici di marcia da Paluzza, da Tolmezzo lungo la Val Chiarsò, da Casera Lanza e da Forcella Pratolina: il nemico riesce soltanto a sfogare la sua rabbia sui civili, che percuote in massa.


GALLERIA DI NOIARIS – ARTA

Il comandante di un distaccamento del btg. Carnia, compagno Leone, con dodici uomini attacca una colonna di dodici macchine di ritorno da Paluzza. Il nemico riporta undici morti e circa 20 feriti gravi. L’azione si svolge fulminea con lancio di bombe a mano e scariche di mitra. Durante il ripiegamento il compagno Leone, credendo che il portamunizioni del mitragliere fosse rimasto indietro ferito, ritorna a cercarlo. Accerchiato, resiste ad oltranza e, per non cadere vivo nelle mani del nemico, si toglie la vita.

25 giugno ‘44 – LOCALITÀ CUVIIS – AMPEZZO

Un distaccamento del btg. Friuli attacca una macchina tedesca causando un numero imprecisato di feriti. La macina riesce a proseguire, mentre il reparto nostro attaccante è costretto a ripiegare perché segue a piedi una colonna nemica di rilevante entità: i compagni riescono a sottrarre le mine che i tedeschi cercavano lungo la strada.


STAVOLI DI MOGGIO

Si sviluppa un forte attacco tedesco con manovra accerchiante, ma grazie all’accanita resistenza di una squadra del btg. Carnico, il medesimo può sganciarsi e ripiegare su Sella Dagna (Illegio). Il compagno Cossutti muore in combattimento. Perdite nemiche: un maresciallo ed un sergente uccisi.


Con questa azione e con le successive puntate quasi giornaliere, i tedeschi rendono impossibile la vita a Stavoli e a Moggessa: d’ora in poi il battaglione costituisce la base nella zona di Illegio. Ciò facilita i rifornimenti e permette ugualmente di gravitare su Moggio, pur svolgendo gran parte delle azioni su Tolmezzo e sulla strada che porta al Passo di Monte Croce.


26 giugno ‘44 – TOLMEZZO

Una pattuglia del btg. Carnico – distaccamento Cossutti – si porta alla polveriera di Tolmezzo e preleva di sorpresa due sottufficiali, due uomini di truppa con le relative armi ed una pesante con 800 colpi. La pattuglia si sottrae alle ricerche nemiche guadando il Tagliamento e portandosi a Verzegnis.


RAVASCLETTO

Puntate tedesche per sorprendere e distruggere i nostri magazzini, che però, dietro segnalazione dei nostri informatori, erano già stati portati in altra località. Il nemico incendia due stavoli.


27 giugno ‘44 – TRAMBA DI TOLMEZZO

Una squadra del btg. Carnico in appostamento sorprende un’autocolonna tedesca: nel vivace combattimento il nemico ha due morti e numerosissimi feriti.


28 giugno ‘44 – RIVO VINADIA – PINETA VILLA SANTINA

Informatori del btg. Friuli danno notizia essere giunta a Tolmezzo una macchina tedesca scortata da 40 SS per effettuare carichi di legname. Una nostra pattuglia, con accenditore elettrico, si mete in postazione alla Vinadia, ove in precedenza era stata collocata una mina. Giunta sul posto, la macchina salta in aria; una pattuglia di sicurezza tiene lontane col fuoco del mitragliatore altre quattro macchine tedesche con 120 tedeschi e permette il ripiegamento ai compagni guastatori. Perdite nemiche: 12 morti, 18 feriti gravi, una macchina distrutta.


30 giugno ‘44 – S. STEFANO DI CADORE

In collegamento con compagni locali, un distaccamento del btg. Carnia comandato dal compagno Aso attacca di sorpresa il presidio misto di tedeschi e carabinieri e se ne impadronisce. Cinque tedeschi e cinque carabinieri prigionieri. Bottino: 20 mauser, tre mitragliatori con munizione abbondante, materiale ed equipaggiamento vario.


2 luglio ‘44 – VILLA SANTINA

Una pattuglia del btg. Friuli nottetempo incendia 6 carri merci carichi di baracche destinate al nemico.


3 luglio ‘44 – TOLMEZZO

Una pattuglia del distaccamento Cossutti del btg. Carnico sorprende il posto di blocco di Via Paluzza: un mitra, 5 carabine, 2 pistole e due carabinieri prelevati.

8 luglio ‘44 – RIGOLATO

Il compagno Aso, assieme al compagno Matteotti, cattura due camion con rimorchio della Luftwaffe. Quattro tedeschi prigionieri.


TIMAU

Si procede all’interruzione della strada che porta a Monte Croce mediante franamento di enormi blocchi di roccia.


VILLA SANTINA

Una pattuglia del btg. Friuli nei pressi della Pineta fa saltare sulla strada nazionale una macchina con truppa a bordo. Perdite nemiche: quattro morti e otto feriti gravi.


VALLATA DEL GAIL – AUSTRIA

Una pattuglia del btg. Carnia rientra in zona portando 22 cavalli prelevati in una malga austriaca.


9 luglio ‘44 – FORNI AVOLTRI

Onde impedire puntate tedesche dal Cadore, si fa saltare la strada a un chilometro da Piani di Luzza verso Sappada.


VILLA SANTINA

Un distaccamento del btg. Friuli disarma la locale stazione dei carabinieri.


12 luglio ‘44 – TOLMEZZO

Una pattuglia del distaccamento Cossutti del btg. Carnico sorprende il posto di blocco di Via Paluzza: quattordici moschetti sono il bottino, tre i repubblicani prelevati.


14 luglio ‘44 – AMPEZZO

Un ufficiale tedesco di passaggio da Sauris verso Tolmezzo con automobile, su indicazione di un delatore, ferisce gravemente il compagno commissario Guerra, che però riesce a portarsi in salvo.


15 luglio ‘44 – LOCALITÀ TRAMBA DI TOLMEZZO

Una pattuglia del distaccamento Cossutti del btg. Carnico attacca di sorpresa una colonna tedesca causando al nemico quattro morti e dodici feriti.


15 luglio ‘44 – PONTE DI NOIARIS – ARTA

Viene segnalata un’autocolonna nemica in forza di circa 150 uomini armata di numerose armi automatiche e mitragliere piazzate su camion, con probabile obiettivo Paluzza o Comeglians attraverso la Val Calda. Un distaccamento del btg. Carnia si mette in postazione di fronte a Zovello. Resa inutile l’attesa perché la colonna si è avviata verso Timau, essendo precedentemente stata fatta saltare la strada e sapendo che detta colonna avrebbe dovuto far ritorno a Tolmezzo, il distaccamento si sposta in località Ponte di Noiaris. La colonna, dopo essersi fermata a Timau, lungo il ritorno viene attaccata da una pattuglia di un distaccamento del btg. Carnia operante in zona. In questo primo attacco il nemico riporta quattro morti e vari feriti. Giunta la colonna in località Ponte di Noiaris, viene nuovamente fatta segno di un violentissimo lancio di bombe a mano e di raffiche di mitra. La reazione nemica violentissima costringe il reparto a ripiegare. Il commissario del btg., Aulo Magrini, effettua un contrattacco nel quale lascia la vita. Nel combattimento cade pure il compagno Griso. A questo attacco partecipano pure alcuni elementi della Osoppo. Proseguendo verso Tolmezzo, la colonna viene nuovamente attaccata alla galleria di Zuglio da un’esigua pattuglia del btg. Carnico. Al suo rientro a Tolmezzo tre quarti degli effettivi erano posti fuori combattimento, maciullati o gravemente feriti. Nessun tedesco rientrò illeso.


Le precedenti azioni riguardanti la Val But dimostrano di quale importanza fosse nel concetto del comando tedesco e sta a dimostrare come conseguenza logica l’azione accentrata, intensa, continuativa dei reparti partigiani in quella zona, onde togliere al nemico ogni velleità di usarla.


Già in seguito all’azione del 4 aprile ‘44, il comando tedesco pensa di porre nel cuore di una regione che sarebbe diventata indubbiamente partigiana un presidio che avrebbe intralciato i collegamenti montani fra la Val Pesarina e la Val Tagliamento. Colloca a tale scopo un presidio nel paese di Sauris di Sotto. I componenti di detto presidio erano, oltre che tedeschi, anche mongoli: le prime truppe “di colore” comparse in Carnia. Per la costituzione di questo presidio i tedeschi si valsero anche di elementi locali dotandoli di armi ed equipaggiamento. Così la valle del Tagliamento fu percorsa continuamente da colonne di rifornimento e cambio dirette al presidio di Sauris. Una cosa urgeva: onde rendere libera nel modo più effettivo la più vasta zona possibile, bisognava eliminare la spina tedesca. I primi giorni di luglio il btg. Carnico invia un distaccamento in quella zona ed una compagnia la invia il btg. Friuli.



16 luglio ‘44 – TIMAU

Nuova interruzione sulla strada di Monte Croce.


TRAMBA DI TOLMEZZO

Una pattuglia del distaccamento Cossutti del btg. Carnico fa saltare la centrale elettrica che fornisce energia elettrica alla zona di Tolmezzo


17 luglio ‘44 – AMPEZZO

Una colonna tedesca di circa 100 uomini passa ad Ampezzo diretta verso Sauris: si stabilisce attaccarla al ritorno, ma la colonna sopraggiunge mentre i compagni stanno ancora posando le mine, con pattuglie in moto a motore spento. Un compagno rimane ferito, ma si difende, permettendo ai compagni di portarlo in salvo mentre 5 uomini tengono impegnato il nemico armato di molte mitragliatrici, mortai da 45, per oltre un’ora. L’intempestività dell’azione permette al nemico di passare senza perdite.


18 luglio ‘44 – PASSO LAVARDEIT

Interruzione strada verso S. Stefano di Cadore.


19 luglio ‘44 – CASERA STUA DI RAMAZ

Viene segnalata una banda di SS internazionali che, vestiti da Garibaldini, battono la zona intrufolandosi tra la popolazione e le formazioni. Queste controbande, costituite da tedeschi, francesi e polacchi, composte da criminali di guerra, daranno spettacolo d’una inaudita ferocia.


In questi giorni si stabilisce collegamento con la zona di Tarvisio, si danno disposizioni ai compagni per la costituzione di un battaglione in Val Canale: esso avrà il compito di sabotare continuamente i tedeschi senza però prendere la via dei monti.


19 luglio ‘44 – MOGGIO

Una pattuglia del distaccamento Cossutti fa saltare il pilone ad alta tensione della stazione di Moggio. La linea rimane inutilizzata per una giornata. L’azione di sabotaggio porta all’incendio di un locomotore e alla morte di sette tedeschi.


19 luglio ‘44 – STAZIONE DELLA CARNIA

Una pattuglia del distaccamento Cossutti si porta al ponte di Stazione della Carnia per farlo saltare. Segnalata dal nemico, disturbata, non riesce nel suo intento.


20 luglio ‘44 – SAURIS DI SOPRA

Durante la notte, con la guida di collaboratori locali, squadre del btg. Carnico e Friuli si portano sotto il presidio di Sauris; alle ore 6 cede le armi. Una pattuglia tedesca di punta, attratta dagli spari, raggiunge Sauris di Sopra. I compagni inizialmente ripiegano, ma poi riprendono l’iniziativa e rientrano in paese: viene ferito un comandante tedesco; il nemico si getta a valle. I nostri reparti si schierano sui dossi collinosi del paese ed attendono il grosso: numerose pattuglie mongolo-tedesche avanzano finché si trovano sotto il tiro concentrato dei nostri mitragliatori e volgono in precipitosa fuga. Si rimanda l’azione sul presidio di Sauris di Sotto perché sarebbe mancata la sorpresa. Bottino del mattino: tre mitragliatori, sei mitra, 10 mauser, abbondante munizione ed equipaggiamento.


20 luglio ‘44 – CASERA STUA RAMAZ

Il distaccamento Gramsci del btg. Carnia rastrella la zona in cerca della controbanda nuovamente segnalata. Risultata infruttuosa la ricerca si decide di effettuare l’azione di sorpresa su una casermetta della guardia di confine tedesca. Risultato: un maresciallo ed un finanziere prigionieri. Bottino: una mitragliatrice leggera, 2 mitra, maser, pistole e munizionamento ingente. La casermetta viene incendiata.


2 luglio ‘44 – LOCALITÀ CIAMESANS (Ampezzo)
STRADA AMPEZZO – SAURIS

È segnalata una forte colonna (300 uomini) proveniente da Villa Santina con obiettivo Sauris di Sotto. Si presume che libereranno la zona del presidio. Una compagnia del btg. Carnico si mette in posizione in località Ciamesans ed attacca alle ore 9 del mattino. La colona sbanda per la campagna e si rifugia ad Ampezzo. Mentre il nemico si riorganizza per proseguire, le due squadre della compagnia si spostano l’una sulla destra del torrente Lumiei, l’altra sulla sinistra. Il nemico si porta quindi sulla strada di Sauris, sulla destra del Lumiei. Alle ore 11 si riapre il fuoco dal lato sinistro con la collaborazione di elementi locali. Il nemico si sbanda dovunque: impiega 5 ore per coprire il percorso di due chilometri. La colonna viene nuovamente attaccata a due km da Sauris; giunta a Sauris si riorganizza. L’indomani, assieme al presidio, prosegue per il Cadore attraverso la montagna. Gli elementi di Sauris incorporati fuggono con le armi. L’intera zona viene rastrellata. Bottino: 50 colpi di mortaio, fucili, bombe a mano, 45 mauser, 2 mitragliatori, viveri, vestiario e munizioni.


22 luglio ‘44 – PASSO PRAMOSIO – PALUZZA

La controbanda, che era stata segnalata in località Stua Ramaz, compare improvvisamente a Passo Pramosio e, dopo aver soggiornato nella malga, passa per le armi tutti i civili che li avevano ospitati. Poi scende su Paluzza, uccide tutti i civili che trova, usa violenza alle donne e poi le massacra a colpi di pugnale. Nei pressi di Cercivento uccide tre compagni. Fatta segno ad operazioni di rastrellamento da parte dei nostri reparti, la banda si ritira sui monti per ripiegare su Tolmezzo.


23 luglio ‘44 – PALUZZA

Alcuni criminali di cui al punto precedente hanno raggiunto Tolmezzo e segnalato quanto avvenuto in zona di Paluzza. Ne consegue che otto macchine tedesche con un complesso di quattrocento uomini di cui duecento vestiti da Garibaldini piombano su Paluzza: si comportano con la popolazione nel modo più orrendo, percuotendo a morte ed uccidendo. Al ritorno portano con sé molti civili, caricandoli di cassette di munizioni e freddandoli poi per via. La controbanda SS si era unita fin dal mattino a questa colonna. In questi giorni la zona di Paularo e Paluzza contò 52 morti civili massacrati nel più orrendo dei modi solo perché nella loro pura fede parlavano di Patria.
Paluzza fu il paese martire di questi mesi di lotta.


LOCALITÀ BIVIO DI PAULARO

Al ritorno da Paluzza la colonna di cui sopra viene attaccata da una pattuglia del btg. Carnia. Nella breve azione il nemico riporta alcuni morti e diversi feriti. Quattro donne prese dal nemico come ostaggio possono fuggire grazie l’azione di fuoco. A questa azione partecipano pure alcuni compagni dell’Osoppo.

24 luglio ‘44 - TOLMEZZO

Una pattuglia del Distaccamento Cossutti del Btg. Carnico sorprende il posto di blocco di via Paluzza. Bottino: tre fucili con munizione.

* * *

Si notano in questo periodo, vari elementi armati e disarmati immessi dai tedeschi nella zona carnica col compito di spionaggio: i reparti sono impegnati continuamente in rastrellamenti della zona ove vengono segnalati. La popolazione edotta dai massacri, sta in guardia e segnala i sospetti.
Si gettano in questi giorni di lutto le basi per la costituzione della Guardia Popolare con compito di sorveglianza e di sicurezza, per quanto è possibile armata ed organizzata in ogni paese in nuclei, squadre compagnie, ecc., a similitudine delle formazioni garibaldine. In ogni paese, in ogni valle, si estende questo servizio popolare volontario che lega sempre più alla lotta il più gran numero di civili.

25 luglio ‘44 - TOLMEZZO

Una pattuglia del Btg. Friuli penetra nottetempo in Tolmezzo e si porta presso la caserma dei RR. CC. e riesce di sorpresa a penetrarvi e disarmare il presidio. A breve distanza c’è il presidio tedesco: l’azione viene condotta con estrema rapidità. L’ufficiale comandante il presidio si ostina a non arrendersi. Urge portar fuori tutto l’armamento: si carica un carro, di fucili, mitragliatori, pistole e munizioni varie, si fa passare in silenzio per vie secondarie, si elude il posto di blocco e si fa passare il fiume. A Caneva un camion attende, si carica il materiale e via nella notte contenti di aver giocato ancora una volta il nemico nel suo covo.

26 luglio ‘44 - CASERMA STRANIZ (Austria)

II Distaccamento Gramsci del Btg. Carnia parte da ... e inizia la manovra alla caserma. L’allarme dato da un pastore impedisce che l’azione si svolga di sorpresa. Si impegna combattimento, il nemico ha circa sette morti e dieci feriti. I rinforzi giunti dalla valle della Gaila impediscono il completamento dell’azione. Rimane sul posto un compagno che per ore bersaglia i nemici uccidendone due e ferendone tre.


27 luglio ‘44 - SAPPADA

II compagno Aso organizza l’attacco al presidio tedesco: mancata la sorpresa per la denuncia di alcuni delatori, si conduce l’attacco in forza e dopo un combattimento accanito, durante il quale si riesce a portarsi. fin dentro la caserma, il presidio si arrende: il compagno Aso cade. Perdite nemiche: un maresciallo e tre soldati tedeschi morti. Nove tedeschi prigionieri. Bottino: due mitragliatori, due mitra, numerosi fucili e munizioni abbondanti, grande quantità di equipaggiamento.

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In data 25 luglio il Btg. Carnia si scinde nei Btg. Magrini e Gramsci, il primo in zona Val Pesarina e Val Degano con obiettivo il Cadore, il secondo con zona Paluzza - Paularo ed obiettivi Pontebba e l’Austria. Il distaccamento Leone del Btg. Gramsci viene in questi giorni inviato nella zona Terzo - Casanova - Fusea per stringere sempre più da vicino Tolmezzo. Sulla sinistra orografica del But gravita ora con due terzi degli effettivi il Btg. Carnico che si è riunito dopo l’azione di Sauris.

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3 agosto ‘44 - TRAMBA TOLMEZZO

Una compagnia del Btg. Carnico sviluppa un attacco contro un’autocolonna tedesca e tiene sotto il suo fuoco il nemico immobilizzato. Debbono accorrere rinforzi da Tolmezzo con numerose pesanti per disimpegnare la colonna. Il nemico riesce infine a ripiegare su Tolmezzo portando con sé 18 morti e 58 feriti fra cui il capitano delle S.S. di Tolmezzo.

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5 agosto ‘44

Essendo sensibilmente aumentato il numero degli uomini componenti i quattro Btg. Friuli, Carnico, Gramsci e Magrini, si costituisce la brigata Garibaldi Carnia. La forza dei Btg. si aggira sui 100-120 uomini di media. L’armamento, in seguito alle varie azioni, comincia ad essere abbastanza buono; scarseggiano però ogni giorno più le munizioni, data la necessità di giornaliere sparatorie per rintuzzare le velleità nemiche.
In questi giorni giunge fra noi la missione americana di collegamento per i lanci. Con i quattro lanci che ebbero luogo ci si trovò nella possibilità di dare in dotazione ai reparti alcuni Bren, considerevole numero di Sten, munizioni (finalmente!) e buona quantità di esplosivo ed ordigni esplosivi.
Il collegamento stretto con la brigata Garibaldi Cadore ed il concetto unitario d’azione fece sì che, poiché nella zona di detta brigata non era possibile effettuare lanci, quanto ci pervenne per questa via fu assegnato nella proporzione di due quinti alla formazione sorella del Cadore.

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5 agosto – PASSO VOLAIA

Una compagnia del Btg. Gramsci tenta azione di sorpresa sul fortino tedesco di guardia al passo. Mancata la sorpresa, dopo mezz’ora di combattimento in terreno scoperto, la compagnia è costretta a ripiegare e vi riesce a farlo senza subire perdite.


7 agosto - TOLMEZZO

Azione del Btg. Carnico per prendere il posto di blocco di via Paluzza. L’azione va a monte perché il nemico avvista la pattuglia attaccante a distanza ed apre violento fuoco costringendola a ritirarsi.


9 agosto - TOLMEZZO

Pattuglia del Btg. Carnico fa saltare la ferrata che porta alla Stazione della Carnia inutilizzandola per due giorni.

10 agosto - VILLA SANTINA

II nemico tenta un’azione di sorpresa in forze per accerchiare e distruggere il Btg. Friuli. A tale scopo punta direttamente su Villa Santina e tenta manovra aggirante dell’altopiano di Lauco. Alle ore 5.30 pattuglie del Btg. Friuli si incontrano con reparti nemici nei pressi della pineta, aprono violento fuoco e poi ripiegano sulla destra del Degano ove il Btg. è schierato a difesa. Il nemico piomba sull’ala sinistra dello schieramento dopo essere passato indisturbato attraverso l’altopiano di Lauco. La battaglia infuria: non appena il nemico (forte di 600 uomini, di molte mitragliatrici pesanti e leggere e 4 mortai da 88) tenta di passare il fiume viene decisamente respinto. Dopo sette ore di combattimento accanito e dopo aver rinnovato per sei volte l’attacco, il nemico inizia il ripiegamento e viene inseguito da nostre pattuglie che disturbano continuamente la retroguardia. Il carrello che corre lun­go la ferrata e trasporta feriti ed armi viene fatto saltare. Il nemico continua la fuga abbandonando numerose cassette di munizioni e tutto il materiale saccheggiato a Villa Santina che viene restituito alla popolazione.
Perdite inflitte al nemico: 9 morti e 12 feriti. In questa azione cade il compagno Pivotti.

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Da questi giorni ha effettivamente inizio l’azione d’assedio a Tolmezzo. Si fanno saltare gli acquedotti di Rivoli Bianchi e Caneva ed infine anche quello che ha le sorgenti a Pra’ di Lunze: i tedeschi sono costretti a rifornirsi d’acqua a Amaro o nel Tagliamento continuamente disturbati dal fuoco di nostre pattuglie. Unitamente al Btg. Val Tagliamento dell’Osoppo si pone il blocco alle colline di Verzegnis. Gradatamente Tolmezzo si chiude come in un fortilizio aumentando a 600 poi a 800-1000 e poi sempre oltre la forza del presidio. La strada per Verzegnis è pericolosa, la strada per il Mauria bloccata dal Btg. Friuli, la strada per M. Croce intransitabile per il nemico. Il Btg. Carnico scende a valle con il comando a Cedarchis ed i reparti a Imponzo e Illegio.
I civili possono recarsi a Tolmezzo solo se muniti di regolare lasciapassare. Pattuglie garibaldine si susseguono giorno e notte fino a Caneva, al Ponte Avons ed al km. 2 da Tolmezzo verso Paluzza. L’azione di disturbo dei cecchini e dei guastatori è continua. Il nemico può fare pattuglie solo nell’interno dell’abitato. Onde impedire puntate verso Illegio si fa saltare la strada all’altezza dei Rivoli Bianchi.


10 agosto - TRAMBA DI TOLMEZZO

Si fa saltare la strada onde inibire il passaggio a colonne motorizzate nemiche.


13 agosto - VERSANTE DESTRO DEL FELLA

Pattuglia del Distaccamento Cossutti del Btg. Carnico fa saltare il ponte di Campiolo di 30 metri di luce.


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Nel seguente periodo arrivano ad Amaro e zona di Tolmezzo circa 4000 cosacchi (con relativi cavalli) destinati a rastrellare la Carnia. Parte di essi viene dislocata nella zona Rivoli Bianchi di Tolmezzo. I cosacchi ed i loro cavalli diventano l’obiettivo del Btg. Carnico onde tenerli lontani dalla zona libera della Carnia.


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17 agosto - TOLMEZZO

Una pattuglia del Btg. Carnico preleva il posto di blocco della Stazione: bottino 3 fucili con munizione.


TOLMEZZO

Alcuni compagni del Btg. Friuli assieme ad alcuni compagni dell’Osoppo prelevano al completo il posto di blocco del Ponte Avons. Bottino: 3 mitragliatori.


19 agosto - AMARO

Pattuglia del Btg. Stalin, guidata da uomini del Cossutti scende su Amaro, sorprende una sentinella cosacca uccidendola; fa bottino di un mitragliatore con 400 colpi ed un fucile, infine cattura un cavallo.


20 agosto - RIVOLI BIANCHI DI TOLMEZZO

Una pattuglia del Distaccamento Cossutti attacca i cosacchi: si accende un feroce combattimento. I compagni ripiegano soltanto quando intervengono nella lotta due autoblinde tedesche.
Nel corso dell’azione 16 cavalli vengono uccisi ed una decina di cosacchi feriti.


22 agosto - TOLMEZZO

Una compagnia del Btg. Friuli, in collaborazione con una compagnia dell’Osoppo apre il fuoco su di una compagnia nemica adunata nel cortile della Caserma G.A.F stando nelle fortificazioni di collina Mazeit (Verzegnis). Perdite inflitte al nemico 3 morti e 27 feriti.

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In tutto questo periodo pattuglie del Btg. Friuli pongono ordigni esplosivi a tempo lungo la ferrovia. Il nemico deve accontentarsi di battere la zona circostante Tolmezzo con cannoni e mortai.


1 settembre - TOLMEZZO

Azione combinata di fuoco per tener desto il nemico. Ha inizio alle ore 9. I tedeschi si ritirano nei loro fortini. Due carri armati pattugliano la città e sono i soli che possono reagire e circolare. Il cannone del cortile della G.A.F è messo a tacere con precise raffiche di mitragliatrici leggere.
Alle 11 i repubblicani del fortino di via Paluzza, protetti da un carro armato si ritirano in città lasciando nel fortino 1 morto e due feriti. Da tutti i lati si serra sotto: il nemico non può uscire; la scarsa disponibilità di munizioni ci costringe a cessare il fuoco. Un contrattacco tedesco effettuato verso Casanova viene rintuzzato dalle nostre pattuglie che dalla Torre Picotta gli tirano alle spalle e lo fanno fuggire disordinatamente verso l’Ospedale. Il nemico manda due carri armati a Caneva onde proteggere i fuggitivi e per rappresaglia vengono bruciate due case. L’azione ha termine alle ore 14. Perdite inflitte: 7 morti e 10 feriti.

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La Brigata Carnia assume in questo periodo denominazione efunzioni di: Gruppo Brigate Garibaldi Nord, le Brigate che lo compongono sono: la Brgt. Val But e la Brgt. Carnia. La Brgt. Val But a difesa della valle omonima con reparti arretrati operanti su Moggio, Pontebba, l’Austria; la Brgt. Carnia posta ad arco di cerchio intorno a Tolmezzo ad ovest e sud, ed operante pure verso Cadore. I Btg. aumentano: i distaccamenti Cossutti e Nassivera assumono nome ecompiti di Battaglione. Sei battaglioni della forza media di 120 uomini.

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3 settembre ‘44 - COLLINE DI VERZEGNIS

Alle prime luci dell’alba reparti tedeschi in forza di 300 uomini (SS e Wehrmacht) attaccano lo schieramento della compagnia Pivotti sulla collina immediatamente sovrastante la destra orografica del Tagliamento. L’allarme viene dato dallo scoppio di una delle mine poste sui passaggi obbligati. Il nemico, favorito da un violento temporale, riesce a portarsi sotto, e favorito dal fatto che il fianco destro dello schieramento era stato lasciato scoperto da reparti dell’Osoppo trasferitisi durante la notte, riesce a circondare la compagnia. Si organizza la difesa a cerchio e dopo lungo combattimento, facendo supporre al nemico di voler sfondare da un lato per rompere l’accerchiamento, il reparto punta direttamente dalla parte opposta sfilando fra le maglie nemiche, riesce a porsi in salvo. Reso poi edotto che arrivano numerosi compagni di rinforzo contrattacca furiosamente il nemico che già sta ripiegando e lo volge a precipitosa fuga. Nel corso dell’azione il nemico subisce trenta morti e numerosi feriti.

6 settembre - TOLMEZZO

Nella precedente azione il nemico fu costretto ad abbandonare tre carri armati leggeri insabbiati nel greto del fiume. L’azione di fuoco dei nostri reparti non gli permette dal giorno 3 al giorno 6 il recupero. Il giorno 6 onde poter procedere al recupero di cui sopra il nemico, appoggiato da tre autoblinde che servirono al traino, dopo violenta azione di artiglieria riuscì a portarsi sotto ai carri armati per agganciarvi i cavi per il traino. Entrarono allora in azione i nostri fucilieri che non ostante il fuoco delle mitragliere riuscirono, ad uccidere 5 nemici ed a ferirne numerosi altri con tiro preciso riuscirono anche a spezzare i cavi, il che prolungò fino a tarda sera l’azione di recupero.

7 settembre - GEMONA

Una squadretta del Btg. Friuli si porta in zona del Btg. G. Sozzi per operare sulle stazione di Gemona. Designata quale pattuglia d’avanguardia, durante la notte riesce ad entrare nella stazione con lo scopo di sottrarre (con il Btg. Sozzi) da due treni carichi di materiale rubato in varie regioni d’Italia, quanto dipiù prezioso ci fosse. L’azione va a monte perché ci sono due tradotte tedesche giunte un’ora prima del previsto e che tengono assidua vigilanza. La pattuglia cerca un altro obiettivo: si avvicina ad una tenda illuminata nella quale c’è un comando di S. M. del nemico. In un baleno otto «sipe» fanno sparire tenda e nazisti. Rincorsi da un centinaio di S.S. ripiegano verso il ponte di Braulins. Qui il nemico raggiunge la colonna e impegna combattimento onde non permettere il passaggio del Tagliamento. La pattuglia s’arresta e protegge con lotta aspra il passaggio del reparto. Perdite gravi infligge quel gruppo d’uomini al nemico cui giungono numerosi rinforzi con mortai e mitragliatrici. Un sottufficiale della S.S. che s’avvicina nell’ombra viene fulminato, la stessa sorte tocca a un capitano. Solo a notte inoltrata riesce a sganciarsi e raggiungere l’opposta sponda del fiume. L’indomani la stessa squadretta cattura sulla strada Alesso - Cavazzo quattro cosacchi che vengono consegnati al Btg. Sozzi con le relative armi e due cavalli.

9 settembre - TOLMEZZO

Una pattuglia del Btg. Friuli con un carro con una bombola piena d’esplosivo a brillamento elettrico, si porta fino al ponte di Caneva con lo scopo di far saltare il posto di blocco. Il cavallo prosegue da solo verso Tolmezzo ma l’attrito sul terreno fa spezzare il filo. Il carico scoppia ugualmente pochi minuti dopo perché dotato di matita esplosiva, ma causa danni minimi al fortino perché mancato il brillamento al momento adatto.


10 settembre - TRAMBA DI TOLMEZZO

Per impedire lavori di fortificazione nella zona Terzo - Tramba - Illegio, il nemico fa delle puntate. Al mattino del 10 forti reparti della S.S. e repubblicani, dal ponte di Caneva e dallo stradale che costeggia i fianchi sud dello Strabut, si portano all’attacco delle nostre posizioni alla Tramba. Incendiato un casolare che si trova nelle vicinanze, fingendo un attacco verso Terzo, protetti dal fumo che copre tutta la zona, si portano sotto le nostre posizioni e sferrano un violento attacco appoggiati dal tiro dei mortai. La pattuglia di guardia ripiega. Il compagno Grifo guida il contrattacco alle minime distanze ed il nemico viene respinto. Il nemico ebbe numerose ma non controllate perdite.
L’azione diversiva verso Terzo fu respinta dal Btg. L. Nassivera che costrinse il nemico dopo breve tempo e qualche perdita a ripiegare perché battuto da fuoco incrociato di mitragliatori.


10 settembre - PONTE AVONS (Tolmezzo)

Un compagno del Btg. Friuli attraversa la tubatura che da Verzegnis porta l’acqua alla Cartiera di Tolmezzo e porta all’altezza del posto di blocco una bombola d’ossigeno carica d’esplosivo. II compagno esce dalla tubatura dopo 9 ore coperto di escoriazioni; la bombola salta, ferisce tutti i componenti ilposto di blocco. L’effetto non riesce appieno perché commesso un errore di valutazione della distanza.


LORENZAGO

II Btg. Friuli, nello stesso giorno 10, rendendosi necessaria una nostra azione contro Lorenzago, per allontanare sempre più la possibile minaccia d’una infiltrazione nemica alle spalle. Avuto sentore dei nostri movimenti il nemico abbandona Lorenzago lasciando tre uomini di guardia ai materiali: se ne vanno pure la finanza e i carabinieri. Ignaro di ciò il Btg. circonda la cittadina e vi penetra stupito di non trovare resistenza, infine circonda la caserma ed i tre tedeschi si arrendono. Una pattuglia tedesca che tenta di entrare nell’abitato di sorpresa viene messa a precipitosa fuga: due nemici uccisi. Grande bottino d’armi, munizioni ed esplosivo.
Per dimostrare ai tedeschi lo spirito che anima le formazioni garibaldine della Carnia una pattuglia si porta a pochi metri dalla caserma ov’è asserragliato il presidio di Pelos e canta le nostre più belle canzoni di guerra, poi scorazza per il paese per circa due ore senza essere minimamente disturbata.
I tedeschi si ritirano a Pieve, come il presidio di Lorenzago anche quello di Pelos.


13 settembre - TOLMEZZO

Dà noia il fortino di via Paluzza! Ed allora il Btg. Cossutti organizza. Una compagna esce da Tolmezzo con un gerlo carico di un po’ di patate e di molto plastico: giunta al posto di blocco i repubblicani le chiedono il permesso “Non ce l’ho, torno indietro a prenderlo, volete custodirmi intanto il sacco?”. Gentilissimi acconsentono poi una sparatoria dalle falde dello Strabut, un fuoco d’inferno che li costringe a entrare nel fortino e infine tutto salta in aria. La matita esplosiva ha funzionato bene. Il fortino scoperchiato: 2 morti, 3 feriti gravi; quasi tutte le armi fuse. Il tedesco pensa qual specie di mortaio può aver fatto quel lavoro.


13 settembre - PASSO SIERRA

Onde allontanare la sempre più pericolosa minaccia delle nostre formazioni su Sappada e S. Stefano di Cadore i nazisti dopo aver rafforzato i presidi nei paesi citati tentano da Sappada una penetrazione nelle Val Pesarina attraverso Passo Sierra. Il nucleo partigiano di guardia al Passo battuto dal fuoco di mortai e mitragliere ripiega di fronte alla preponderante pressione nemica. I tedeschi durante la notte prendono possesso del Passo e pernottano nella malga sottostante. Si trasporta rapidamente il Btg. Magrìni sul posto onde contenere la minaccia nemica pensando fosse l’inizio di un rastrellamento con base di partenza ad ovest anziché ad est. La forza del nemico attestata sul Passo e scendente a valle è di 120 S.S. e 180 Wehrmacht. La forza del nostro reparto ammonta a soli 80 uomini. All’alba del 15 si inizia un furioso combattimento ed i nostri uomini riguadagnano palmo a palmo il terreno perduto durante la notte, ricacciano il nemico sul Passo, e lo inseguono oltre, fino quasi a Sappada.
Perdite nostre nessuna. Il nemico ha 12 morti, fra cui un tenente S.S., sette prigionieri, numero imprecisato ma rilevante di feriti, bottino di molte armi individuali, tre fucili mitragliatori e 12 cassette munizioni.
La viltà nazista si manifestò in un fatto singolare: ritirandosi oltre il Passo Sierra il nemico avvelenò una fonte alla quale i compagni non ebbero il tempo di bere durante l’inseguimento. Rientrando però dall’azione assetati e stanchi si dissetarono a quella fonte col risultato che il giorno seguente 36 di essi versavano in gravi condizioni a causa del tossico ingerito che per fortuna non ha potuto esplicare la sua micidiale potenza perché già diluito. Anche i compagni più gravi riuscirono però a superare la crisi.


16 settembre - STUDENA ALTA

Reparti del Btg. Gramsci vengono attaccati improvvisamente da una colonna tedesca partita da Pontebba e ripiegano sui monti. Una pattuglia con un ampio giro si apposta sulla via del ritorno della colonna ed attaccano la camionetta di coda causando al nemico 2 morti e 3 feriti. Il nemico per rappresaglia brucia una casa e due fienili.


17 settembre - TOLMEZZO

Una bicicletta con i tubi pieni di plastico e munita di regolare matita esplosiva viene data da una compagna in temporanea consegna ai repubblicani del fortino della caserma della milizia. Dallo scoppio che ne derivò furono feriti alcuni repubblicani.


18 settembre - VAL DELLA GAILA

Pattuglie del Btg. Gramsci in. esplorazione in. territorio austria­co inviate per prendere collegamento con i patrioti austriaci, al ritorno, dato che i tedeschi avevano in precedenza rubato bestiame bovino alla Carnia, sequestrano 70 mucche che vennero poi distribuite alla popolazione civile che aveva subito in precedenza il furto.

STUDENA ALTA

Si interrompe la strada nella zona di Studena alta in tre punti, facendo saltare una galleria e due ponti.


19 settembre - TIMAU

Infiltrazioni di pattuglie nemiche si sviluppano durante la notte fino nelle vicinanze di Timau. Il posto di blocco, costituito da un distaccamento del Btg. Gramsci, apre il fuoco. Le pattuglie nemiche si ritirano senza subire perdite.


20 settembre - PASSO M. CROCE

Una pattuglia del Btg. Gramsci si incontra con una pattuglia nemica nella zona di Passo M. Croce. Dopo un breve aspro combattimento il nemico si ritira lasciando sul terreno due morti (un maresciallo ed un soldato).


TIMAU

Una compagnia di circa 300 tedeschi proveniente da Plecken viene fino nelle vicinanze di Timau, ove trovando la strada interrotta si ferma ponendosi sulla difensiva. Dato l’allarme in menodi un’ora e mezza, rinforzi garibaldini accorrono da tutta la valle del But. Vedendo ciò il nemico si ritira senza lasciarsi agganciare in combattimento.


21 settembre - PASSO DI M. CROCE

Una pattuglia del Btg. Gramsci in esplorazione oltre il confine, rientra in territorio italiano portando seco sette buoi che vengono divisi fra la popolazione ed i partigiani.


AMARO

Una pattuglia del Btg. Stalin in perlustrazione sorprende sopra Amaro un reparto cosacco. Attacca a fondo, respinge il nemico che fugge precipitosamente e lascia sul terreno 20 morti, un mitragliatore, numerose armi automatiche, fucili e munizioni.


23 settembre - TIMAU

Una numerosa formazione tedesca tenta, e per la terza volta, di penetrare nella conca di Timau. Individuati da nostre pattuglie immediatamente, alle brevi distanze furono fatti segno a concen­trato fuoco di armi automatiche. Le numerose tracce di sangue lasciate sul terreno dal nemico battuto e respinto dimostrarono l’alto numero dei feriti da essi avuto.


23 settembre - CONCA DI SAPPADA

Una pattuglia del Btg. Magrini sorprende una pattuglia nemica in perlustrazione; dopo breve combattimento serrato il nemico si arrende; risultato 3 morti tedeschi, 4 prigionieri, due mitragliatori quale bottino.


24 settembre - MOGGIO

Da osservazioni precedenti effettuate sul posto di blocco di Moggio verso la Val Aupa, si nota che i tedeschi ivi di servizio rientrano la sera in caserma per riprendere servizio il mattino. Il Btg. Gramsci decide il prelevamento: una pattuglia alle 3 del mattino si trova sul posto. Prende da un casolare q.li 6 di farina preparatagli dai rifornitori indi si occulta per non essere segnalata dai civili che transitano frequentemente in quei paraggi ed attende fino alle ore 7. Casualmente i tedeschi quel giorno erano due soli: 1 viene ucciso mentre tenta la fuga, l’altro viene fatto prigioniero.


CASERMA STRANIZ

Un distaccamento del Btg. Gramsci attacca la caserma tedesca: segnalato da una pattuglia inizia ugualmente il combattimento che dura fino al pomeriggio e che pur non dando il risultato previsto, a causa di numerosi rinforzi nemici appoggiati da vari mortai, causa al nemico 7 morti e 10 feriti.


25 settembre ‘44 - SAPPADA

Il presidio di Sappada durante il corso delle nostre operazioni era stato rafforzato e notava una forza di 140 uomini. Onde liberare la zona si tentò di procedere parlamentando: cosi si riuscì a sgomentare gli ufficiali parlando di forze ed armamento addirittura iperbolici! Alle nostre intimazioni essi risposero che il loro dovere essi lo dovevano compiere. Si decise allora l’azione. Per avere la massima sicurezza si era provveduto all’interruzione stradale al ponte Cordevole, all’Orrido dell’Acquatona, ed all’interruzione di ogni comunicazione telegrafica e telefonica.
L’azione fu condotta dal Btg. Magrini e da una sq. del Btg. Friuli per un complessivo di 120 uomini operanti. La sera del 23 i reparti incominciarono a serrare da lontano facendo prigionieri e morti nel combattimento con un reparto nemico che provvedeva al trasporto di tronchi onde ultimare le difese. Il cerchio attorno al nemico si strinse durante la notte. Il combattimento durò tutto il giorno 24 durante la notte e la mattinata del 25. I nostri reparti avevano già occupato un caseggiato di fronte alla caserma e dove c’era un piccolo presidio con 4 mitragliatori. Da qui i nostri uomini battevano le finestre della caserma impedendo al nemico di sparare. I reparti serrano fino a pochi metri la notte del 24 ed il mattino del 25, duri, ostinati, nonostante il freddo improvviso, la pioggia e la mancanza di cibo. Logorato e terrorizzato dall’accanimento degli attaccanti il presidio infine si arrende.
Perdite nostre: 3 feriti leggeri.
Perdite nemiche: 3 morti, 5 feriti, 130 prigionieri.
Bottino: 12 fucili mitragliatori Breda, 1 pesante Breda, 14 mitra, tutto l’armamento individuale, viveri per 150 uomini per un mese, 22 casse di munizioni varie e bombe a mano, medicinali ed equipaggiamento vario.


26 settembre - TRAMBA DI TOLMEZZO

In un breve combattimento il Btg. Carnico causa al nemico, che tenta di sbloccare il passaggio, 3 feriti.


CASANOVA

II Btg. Nassivera respinge una colonna tedesca che tenta di raggiungere Fusea, causando al nemico 3 morti e due feriti.
L’azione del Btg. Nassivera è costante e causa, con le sue giornaliere sparatorie continui morti e feriti al nemico.
La sera del 26 una pattuglia tedesca di 4 uomini, che di notte tenta portarsi in zona di Terzo in perlustrazione, salta in aria assieme al ponticello di Casanova in precedenza minato.

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II Btg. Magrini si divide formando il Btg. Cristofoli. Il primo con azione dalla conca di Sappada verso S. Stefano e il confine austriaco, l’altro dalla Val Pesarina verso S. Stefano.

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28 settembre '44 - TOLMEZZO

II Btg. Cossutti provvede alla posa di mine a strappo in località Betania: una pattuglia cosacca di 9 uomini imbattutasi in esse viene completamente maciullata. Giornalmente in questo periodo vengono colpiti nemici isolati e cavalli al pascolo.

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Dal giorno 28 al 5 ottobre si pone la massima cura nel fortificare le posizioni in attesa del rastrellamento che gli informatori ci annunciano prossimo. Questo senza smettere le azioni di disturbo su Tolmezzo.


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5 ottobre ‘44 - CASERMA STRANIZ

Nella notte fra il 4 e il 5 ottobre il Btg. Gramsci si porta a 100 metri dalla caserma. Qui si divide in tre compagnie con compiti ben distinti, una sq. con mitragliatore deve inoltre bloccare l’uscita dalla caserma stessa.
La caserma, dalla precedente azione del 24 settembre era circondata da reticolati, dotata di cani da guardia ed il presidio era aumentato. Una pattuglia di punta riesce a portarsi dentro i reticolati, ad uccidere una sentinella e 4 cani. I guastatori, dotati dì cassette di tritolo per far saltare la caserma non riescono a serrare sotto impediti da un continuo lancio di bombe a mano da parte del nemico. Parecchi tedeschi che tentano di raggiungere i fortini vengono eliminati ad uno ad uno. L’azione dura circa tre ore dopo di che il Btg. deve ripiegare perché sopraggiunti imponenti rinforzi nemici. Prima di ripiegare il Btg. riesce ad incendiare tutti i magazzini che si trovano fuori della caserma e parte della caserma stessa.
Da parte nostra tre feriti.
L’azione costa al nemico 12 morti e sedici feriti. Prima di ripiegare, le armi dei nemici caduti vengono recuperate.