Interviste a Mario Lizzero "Andrea" |
per gentile
concessione dell'autore e dell'editore, pubblichiamo un brano
tratto da Enrico Folisi, La liberazione del Friuli 1943-1945. Una guerra per la democrazia, Gaspari, 2005 |
Questa è la prima formazione della resistenza italiana non c è dubbio. Poi si forma, immediatamente dopo l'otto settembre del '43, a ridosso di Gorizia con 1000, 1500, 2000 operai dei cantieri dell'Adriatico, che sono della bassa friulana e della bassa isontina, si forma quella che loro han chiamato Brigata Proletaria, perché in quel momento gli sloveni avevano già brigate, battaglioni, divisioni, corpi d'armata, e loro han formato una brigata su tre battaglioni, e han combattuto nella battaglia di Gorizia circa 12-14 giorni: i nostri hanno avuto sessantatre morti, caduti con certezza, siamo più imprecisi per gli altri caduti, ma sessantatre siamo precisi. Di questa formazione una parte è andata a formare il battaglione triestino che poi diventerà brigata nel '44, e una parte è venuta con noi nel battaglione Garibaldi e ha formato con altri battaglioni la I brigata Garibaldi d'ltalia che è questa sui monti della Slavia friulana. E qui si ha il battaglione Garibaldi, il battaglione Friuli, il battaglione Pisacane e poi il battaglione Mazzini. Accanto a noi, a queste formazioni armate
c'era il battaglione di Giustizia e Libertà di
Solari, che aveva
sede a Subit e nelle zone circumvicine. Gente valorosa comandata da Solari
e da Cosattini e da altri. Accanto a questi, Cencic
aveva formato un gruppo che stava a Forame di Attimis: e
combatteva contro i tedeschi, come noi, come tutti. La specificità delle formazioni garibaldine,
la loro organizzazione militare e politica,
la loro vita quotidiana
Dietro queste montagne qui c'è il confine con la Jugoslavia:
una volta il confine era lontanissimo, anzi nel momento in cui
noi abbiamo cominciato a combattere Lubiana era Italia, perché l'ltalia
e la Germania nazista avevano invaso la Jugoslavia
nel 1941 ed ecco allora che è accaduto questo fatto per cui loro
hanno cominciato a combattere nel '41, gli Jugoslavi ed anche
gli sloveni con loro naturalmente e devo dire che all'inizio del
1942 su questi monti ogni tanto apparivano formazioni partigiane slovene.
lo dico dell'inizio del '42, cosa che non esisteva naturalmente nel resto d'ltalia. Ed è così che dal '42
verso
la seconda metà noi comunisti abbiamo
preso collegamento con le formazioni partigiane della Slovenia
e precisamente il posto in
cui ho preso io quel contatto nella seconda metà del '42 è a
Susit di Caporetto, Kobarit dicono loro, e ci sono tornato poi
dopo alla Dresenca e in altri posti, ma c'erano anche altri compagni
della provincia di Gorizia che prendeva contatto sul
Carso con le loro formazioni; ecco perché siamo venuti qui,
perché è un posto caratteristico della Resistenza friulana. Noi garibaldini avevamo delle divise con un berretto come quello dei garibaldini di Garibaldi fatto a somiglianza di stoffa; le divise erano ogni specie di possibile divisa che ci fosse con dei gradi che indicavano la responsabilità di ciascuno di noi. Per il resto come è che viveva uno quando aveva mangiato, se aveva mangiato, quando non c'era il combattimento; ecco, dove stavano i partigiani? C'era l'ora di politica per cui un commissario politico o un comandante parlava loro delle situazioni dell'ltalia del fascismo, dell'ltalia nuova che doveva nascere, della Costituzione che si doveva fare, per cui noi abbiamo parlato tante volte in questo posto e in tanti posti abbiamo parlato di queste cose; e così si viveva. Oppure c'era la scuola militare: mandavamo dei partigiani per diventare ufficiali o sottoufficiali, comandanti o comissari politici; in questo modo si viveva; e poi stavamo con la gente, sempre, e con la gente parlavamo, e per fortuna siccome c'è stata la gente noi abbiamo potuto vivere: senza questa gente, la gente del Friuli, della Carnia, noi non avremmo potuto vivere neanche una giornata.
qui un ricordo della compagna Gianna, moglie di M. LIzzero |