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 La svastica, o croce uncinata (nella duplice forma con i rebbi rivolti in senso orario e antiorario), è un simbolo antichissimo, presente in numerose civiltà, anche se la sua prima testimonianza documentale  si trova nel libro sacro   dell'Induismo:  nelle aree intorno   all'India pare essersi diffusa come schema grafico votivo   implorante benessere e fortuna, ma ebbe anche la funzione di rappresentare in via   stilizzata il Sole. Il simbolo è stato utilizzato - con tutta una serie di varianti grafiche - dalle    popolazioni  più diverse:  dai nativi   americani, dal Nord al Sud, alle antiche tribù germaniche, che la chiamavano Croce di Thor, dagli ebrei  (il segno è stato scoperto in un tempio  di duemila anni fa   in Palestina) ai cristiani (una serie di svastiche sono scolpite lungo i quattro lati del pulpito della chiesa di   S. Ambrogio, a Milano), fino all'odierna setta   cinese del Falun Gong.La parola  svastica deriva dal sanscrito svastikah, che significa "essere fortunato":   è dunque un termine positivo, di sapore augurale.  In generale il simbolo richiama il divenire e l'eterno scorrere delle cose   nell'universo.
 La   notorietà della svastica è purtroppo legata al suo essere diventata il simbolo del Partito   Nazionalsocialista tedesco  e del Terzo Reich.
 Hitler, infatti, al momento di porre le basi del suo movimento si pose - assai acutamente - due priorità: innanzi tutto mantenere un legame con le classi lavoratrici, legate alla storia del socialismo, e infatti non solo il nome del partito fu appunto nazionalsocialista, ma la stessa bandiera nazista aveva lo sfondo rosso; poi vi era la necessità di adottare o creare una simbologia che al tempo stesso fosse semplice, efficace, e, possibilmente, evocasse una tradizione, un ascendente culturale e ideologico.
 E cosa poteva esserci di meglio della svastica, con la sua purezza stilistica ed il suo nascere proprio in quella cultura ariana a cui i nazisti si ispiravano?
        Del resto gli   Indo-Ariani  erano arrivati in Europa circa duemila anni prima   di Cristo,  portando con sè il simbolo del disco solare.
       
   
                   svastiche   naziste:     
 
 Nell'antica Roma il fasces lictoriae     era un simbolo di autorità, di forza, e se includeva un'ascia  rappresentava il   potere di decapitare: durante i Trionfi (le celebrazioni che venivano indette dopo una importante campagna militare) veniva   trasportato  da soldati che si erano particolarmente distinti in  battaglia. 
      Si tratta di una specie di cilindro, composto di rami legati   assieme attorno ad un'ascia: è evidente il simbolismo   che richiama la forza attraverso l'unione.
      Il fascio, in quest'ultimo significato, riapparve sul finire del XIX secolo quando vennero creati i  Fasci dei Lavoratori Siciliani,   tra le prime strutture   organizzative  di tipo sindacale sorte in Italia, un   movimento di lavoratori  che si battevano per i propri diritti.
      Il termine venne ripreso negli anni precedenti la prima guerra mondiale da uno tra i più   attivi gruppi interventisti, quello dei Fasci d'azione   rivoluzionaria, nato nel 1914 dal   precedente Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista, composto da   membri della sinistra avanzata, da repubblicani intransigenti, da sindacalisti   rivoluzionari e dagli esuli giuliani, dalmati e trentini (gli irredenti). Nel dicembre del 1917 nasce il Fascio   parlamentare per la difesa nazionale, un'organizzazione che non ha alcun legame con la sinistra, ma, anzi, è espressione della destra nazionalista e   interventista; questo ed altri gruppi analoghi (il Fascio nazionale italiano, il Fascio romano per la difesa   nazionale, la Federazione dei Fasci di resistenza) ebbero una vita piuttosto breve, legata al clima di tensione creato dalla guerra. 
      Ben altra fortuna ebbero i         Fasci italiani di   combattimento fondati nel 1919 da Benito Mussolini: a differenza delle altre organizzazioni, assunsero una struttura ben definita e diffusa su tutto il territorio nazionale, tanto da divenire il nucleo di quel Partito Nazionale Fascista che dominò la scena politica italiana per vent'anni.
 
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