Nell'ottobre del 1966, a Oakland, California, Huey Newton e Bobby Seale fondarono il Black Panther Party (di cui, in seguito, diverrà uno dei principali dirigenti George Jackson, autore de I fratelli di Soledad, scritto durante la lunga detenzione in carcere), con lo scopo di dotare la comunità nera di un'organizzazione in grado di proteggerla: l'autodifesa militante delle minoranze era dunque l'obiettivo prioritario delle pantere, che si rivolgevano in primo luogo al proletariato e al sottoproletariato dei ghetti delle grandi città, e sul piano politico - ideologico il socialismo rivoluzionario era il loro riferimento.
Il partito (che nei primi tempi era in realtà un gruppetto molto esiguo, ma che rapidamente crescerà fino a diventare un soggetto politico presente in tutti gli Stati Uniti) era una delle prime organizzazioni nella storia degli Stati Uniti a lottare per l'emancipazione delle minoranze etniche sulla base di un programma di uguaglianza economica, giustizia sociale e politica.
Nell'aprile 1967 esce il primo numero di The Black Panther, l'organo ufficiale del partito. "Accetto di essere considerato un fuorilegge, perché per cambiare le leggi devi metterti al di fuori della legge. Se fai così e la gente è con te, allora diventerai un eroe; se non lo è, allora diventerai un criminale. Accetto di essere considerato un deviante. Ho deviato dal rimanere docile. Questo governo ha distrutto il movimento, ha distrutto il fervore rivoluzionario della comunità... Ma sto aspettando che sorgano nuovi movimenti. I movimenti rivoluzionari arrivano a ondate e, se mi guardo intorno, vedo movimenti crescere dentro la comunità. Ora sono nel loro stadio infantile, ma io credo nella capacità del tempo di rimarginare tutte le ferite." (Huey P. Newton)



I teorici del Black Panther si sono differenziati molto dalle elaborazioni di Malcolm X (ucciso nel 1965), che aveva certamente rappresentato un'importante ipotesi rivoluzionaria, chiamando i neri ad organizzarsi e a ribellarsi, ma che, secondo il Black Panther, non aveva elaborato un adeguato programma di riforme sociali ed economiche.
Il gruppo dirigente redasse, nell'ufficio del centro di assistenza dei poveri di North Oakland, il Ten-Point Program, un programma sociale (e, come si può ben vedere, molto "riformista") sintetizzato in dieci punti:

1. Vogliamo libertà. Vogliamo potere per determinare il destino della nostra comunità nera.
2. Vogliamo la piena occupazione per il nostro popolo.
3. Vogliamo la fine della rapina capitalista sulla nostra comunità nera.
4. Vogliamo case decenti, adatte per accogliere essere umani.
5. Vogliamo istruzione per il nostro popolo che denuncia la vera natura di questa decadente società americana. Vogliamo l'istruzione che c'insegni la nostra vera storia ed il nostro ruolo nella società attuale.
6. Vogliamo che tutti i Neri siano esonerati dal servizio militare.
7. Vogliamo il blocco immediato della brutalità poliziesca e degli assassini della gente nera.
8. Vogliamo la libertà per tutti i Neri detenuti in carceri e prigioni federali, statali, di contea e cittadine.
9. Vogliamo che ogni persona nera portata in giudizio venga giudicata da una giuria formata anche da gente della comunità nera, come definito dalla Costituzione degli Stati Uniti.
10. Vogliamo terra, pane, case, istruzione, da vestire, giustizia e pace. Il nostro principale obiettivo politico è un plebiscito, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, da tenere in tutta la comunità nera e a cui possono partecipare soltanto soggetti coloniali neri, con lo scopo di determinare la volontà della gente nera rispetto al suo destino nazionale.



Le pantere hanno però seguito le impostazioni di Malcolm X sia per quanto riguarda l'unità delle forze rivoluzionarie (ma come potessero essere definite tali, e quali fossero i reali rapporti di forza in una società complessa e altamente industrializzata come quella americana, è tutt'altro discorso...), sia rispetto all'internazionalismo, e così hanno perseguito (o, più propriamente, hanno proclamato di voler perseguire) una politica unitaria con le altre minoranze ed i gruppi radicali bianchi.

Il Black Panther assume subito una struttura estremamente rigida, come un partito leninista davvero in grado di assumere il ruolo di avanguardia rivoluzionaria e comunque fortemente condizionato da uno scontro politico che sovente aveva le caratteristiche di un conflitto armato diretto piuttosto che di una lotta necessariamente di lunga durata. La forte connotazione di tipo militare del partito, dunque, poneva il Black Panther in una posizione assai diversa da quella della maggior parte dei gruppi progressisti e/o sedicenti rivoluzionari (dal Partito di libertà e di pace ai Berretti marroni, dagli Studenti per una Società Democratica ai gruppi sindacalizzati più combattivi in agricoltura, dall'SNCC - Student Nonviolent Coordinating Committee - al movimento indiano americano, ecc.), e ciò renderà spesso impraticabile la realizzazione del tanto proclamato fronte unito delle opposizioni.
Sotto il profilo della teoria politica, il Black Panther fa sostanzialmente riferimento al marxismo, seppur subordinato ad una visione etnica della lotta, da cui scaturiscono il tipo di analisi del sistema economico capitalista e l'assunto marxiano in base al quale dovranno essere gli operai ad assumere il controllo dei mezzi di produzione.
Nel maggio 1967 al Parlamento della California si discute una legge intesa a vietare ai neri il diritto di possedere e portare armi: Bobby Seale, presidente del Partito, dopo essere salito sulla scalinata del Palazzo del Campidoglio insieme ad un gruppo di militanti armati, legge una durissima dichiarazione di protesta in cui si denunciava il carattere di classe del provvedimento e l'incostituzionalità stessa del progetto di legge. La polizia arresta immediatamente lui e tutte le pantere armate. È l'atto iniziale di una massiccia repressione politica a cui fanno seguito i "fuochi di resistenza", con rivolte violente e incendi in tutti gli Stati Uniti.
Nell'ottobre dello stesso anno la polizia arresta il "ministro della difesa" delle pantere, Huey Newton, con l'accusa di aver ucciso un poliziotto. Cleaver Eldridge lancia il movimento "Huey libero", una lotta in cui le pantere s'impegneranno moltissimo negli anni venturi, mentre il partito estende ulteriormente le proprie radici fra le comunità nere, passando da minuscolo gruppo élitario a vera e propria organizzazione di massa, con un'articolazione in tutto il paese ed anche a livello internazionale.
Stokely Carmichael, l'ex presidente del comitato di coordinamento non-violento, entra nel partito e ne diventa subito uno dei principali dirigenti: egli è decisamente ostile all'idea di far entrare i bianchi nel movimento di liberazione, posizione che, pur incontrando qualche contrarietà fra le pantere più attente alle esigenze di una lotta di massa contro un fortissimo apparato governativo, diventa quella maggioritaria. Carmichael sostiene che i bianchi che entrano nella comunità nera possono incrinare l'unità dei neri, perché vi introducono il genere più insidioso di paternalismo. "Se dobbiamo continuare verso la liberazione, dobbiamo saper fare a meno della gente bianca, altrimenti ci troveremo ingabbiati nei tentacoli del sistema - bianco - di potere che controlla questo paese."


All'inizio del 1968 il Black Panther vende il libretto rosso del Mao agli studenti dell'università per finanziare l'acquisto di fucili da caccia, ma intanto l'FBI, sotto la direzione del famigerato J. Edgar Hoover, avvia un programma di counter intelligence denominato COINTELPRO per bloccare il processo di unità fra i vari gruppi radicali e destrutturare le principali organizzazioni sovversive.
La posizione di Hoover è chiara, drastica: "Le pantere nere sono la minaccia più grande contro la sicurezza interna del paese." E ancora: "I negri giovani e moderati devono capire che se cedono all'ideologia rivoluzionaria, diventeranno dei rivoluzionari morti."
Per distruggere questo pericolo l'FBI avvia un programma mirato di assassinations e progressivamente i principali dirigenti del partito vengono eliminati. A queste uccisioni e ad una lunga serie di arresti, viene affiancato un formidabile programma di disinformazione e di guerra psicologica, destinato a spaccare sia politicamente che moralmente il partito: corruzione, spionaggio, provocazioni, diffusione dell'eroina nei ghetti. Insomma, l'FBI e gli apparati di polizia si dimostrano assai più abili dei rivoluzionari nella gestione di uno scontro a livello tattico-militare, affiancando - come si è detto - agli strumenti violenti di repressione tutta una serie di misure propagandistiche: paradossalmente, è proprio sul terreno della controinformazione - così cara ai movimenti di protesta - che il governo statunitense vincerà la dura partita col "potere nero."
Il 6 aprile 1968, a Oakland, Bobby Hutton, il più giovane dirigente del Black panther, 17 anni, è ucciso dalla polizia in una sparatoria, e appena due giorni più tardi Martin Luther King è assassinato, proprio quando aveva cominciato a radicalizzare le proprie posizioni ed a costruire rapporti con l'ala "dura" del movimento. Due mesi più tardi anche Robert Kennedy cadrà vittima di un attentato.
A Chicago il Black Panther, guidato da Fred Hampton, avvia vari programmi di solidarietà sociale: dagli aiuti alimentari ai più poveri a un centro medico libero e gratuito, e soprattutto s'impegna in un capillare lavoro di convincimento nei confronti dei giovani per tenerli lontani dal crimine e dar loro una coscienza di classe. Un particolare significato assume il programma per garantire la prima colazione ai bambini: una rete di cucine da campo in tutto il paese fornisce ogni giorno il pasto a oltre 10.000 bambini.
Queste iniziative ottengono un considerevole successo, allargando ulteriormente il consenso della popolazione nei confronti del movimento, e la risposta governativa non si fa attendere: il 4 dicembre, grazie alle informazioni di un infiltrato, FBI e polizia di Chicago effettuano un raid nella sede delle pantere, uccidendo Fred Hampton ed alcuni altri militanti; la moglie di Hampton, incinta di 8 mesi, viene ferita gravemente, ma sopravvive; tutti i dirigenti del Black Panther di Chicago vengono arrestati per "tentato omicidio nei confronti di agenti di polizia e resistenza armata."
Durante l'estate del 1969 l'alleanza fra le pantere e gli altri gruppi, in particolare l'SNCC, comincia a sfaldarsi: il punto principale di contrasto è l'inclusione dei bianchi nella lotta per la liberazione, una disputa che - come purtoppo avverrà altre volte, anche fra esponenti dello stesso Black Panther - spesso sfocia in scontri armati, dove restano uccisi vari militanti.
In autunno Huey Newton è condannato a 15 anni in prigione, e poco tempo dopo Cleaver, Eldridge ed altri dirigenti fuggono dagli Stati Uniti, trovando poi asilo in Algeria. Nel 1969 Seale è incriminato a Chicago per la protesta durante la Convenzione nazionale democratica dell'anno prima e viene condannato a quattro anni in prigione.
Nel marzo del 1970, mentre è ancora in prigione, Bobby Seale pubblica Ferma il tempo!, la storia delle pantere nere e di H. Newton.
L'anno dopo, a New York, numerose pantere vengono arrestate con l'accusa di voler assassinare vari ufficiali di polizia e di progettare attentati, e in tutto il paese vengono effettuati innumerevoli arresti di dirigenti e militanti.

Come tuttti i movimenti rivoluzionari anche il Black Panther era pieno di contraddizioni, che negli ultimi anni di vita si accentuarono, fra corruzione, delirio militarista e megalomania: il culto della personalità avviato da Newton aveva connotati decisamente staliniani; l'uso della violenza era sovente gratuito; si era largamente diffuso un concentrato di razzismo, sciovinismo e sessismo: il loro concetto della donna era assai poco avanzato e gli omosessuali erano considerati prodotti della degenerazione "bianca": tutto ciò smentendo le elaborazioni più avanzate di molti teorici, anche neri, della liberazione di tutte le minoranze.
Negli anni successivi il Black Panther Party, decapitato dei suoi dirigenti e sottoposto ad un incessante lavoro di infiltrazione da parte dell'FBI, s'indebolisce sempre più, perdendo progressivamente quei legami di massa con le comunità nere che gli avevano permesso di radicarsi socialmente e di avere un ruolo politico di un qualche rilievo.